Sono sempre stata predisposta al cambiamento, in particolare a quello tecnologico, una predisposizione personale rafforzata sia dai i miei studi che dalle mie esperienze lavorative, basta però confrontarsi con altre persone per capire che non è per tutti così.
Da febbraio dello scorso anno, in particolare, abbiamo subito una brusca accelerata verso il mondo digitale a cui non eravamo pronti. Impossibilitati a vedere fisicamente familiari, amici, colleghi o docenti, ci siamo affidati alla tecnologia che, attraverso un PC o uno smartphone, ci ha permesso di rimanere in contatto grazie alle videochiamate.

Per diversi di noi, anche pensando solo a qualche anno addietro, è uno strumento che non rientrava nelle nostre abitudini per comunicare. Con il primo lock down ci siamo trovati di fronte ad una remotizzazione forzata del lavoro, della scuola, dei corsi, della palestra e persino degli affetti. Forzatura che ci ha colti impreparati ma che ci ha costretti ad imparare in fretta. E’ stato un proliferare di piattaforme digitali per incontri: Zoom, Meet, Teams, Jitsi meet, dirette social, insomma non sapevamo più cosa installare ed utilizzare per non perdere il contatto con il mondo esterno. Questo ha creato una profonda spaccatura tra:

  • “immigrati digitali” come me, cresciuti prima delle tecnologie digitali;
  • “nativi digitali” i nostri figli, le nuove generazioni nate in questa epoca;
  • “tardivi digitali” che, essendo nati senza tali tecnologie, ancora oggi le rifiutano.

Dobbiamo fare un passo avanti però e non associare l’innovazione tecnologica o la spinta verso il mondo digitale ad una costrizione. Non è da rifiutare a prescindere! Dobbiamo prenderne tutto il buono e farci aiutare nel semplificare la vita sotto alcuni aspetti. Uno di questi è senz’altro la burocrazia. Sentiamo parlare di “transizione digitale” spesso nei Tg o lo leggiamo sui giornali o sui social, associata ad altri termini quali fondi “PNRR o Next Generation”, ma cosa vuol dire esattamente?

Per un’amministrazione la transizione digitale è un processo di trasformazione che ha l’obiettivo finale di offrire servizi digitali sicuri, di qualità e soprattutto facilmente utilizzabili dai cittadini. Ci sono leggi specifiche che normano tale passaggio, ad esempio la Legge “Semplificazioni” impone di integrare nei propri sistemi informativi lo SPID come unico metodo di riconoscimento.

A cosa serve questa trasformazione? A dare un servizio migliore al cittadino. Una Pubblica Amministrazione che ha gli strumenti giusti è in grado di prendere decisioni più tempestive che rispondono alle esigenze di cittadini e imprese; significa velocizzare la burocrazia ma, soprattutto, costruire i presupposti per una amministrazione trasparente, focalizzata alla erogazione dei servizi senza dover chiedere troppe informazioni al cittadino proprio perché già in suo possesso. Lo strumento informatico è l’unico strumento che permette di archiviare, gestire e monitorare tutti questi aspetti, sgravando gli operatori incaricati da procedure non informatizzate e che richiedono un notevole impegno senza raggiungere gli standard qualitativi offerti da un sistema informatizzato. Verrebbe agevolata la gestione ordinaria dei servizi e diminuita notevolmente la possibilità di errore. Intanto il cittadino avrà la comodità di poter comunicare con l’Ente di riferimento anche attraverso un semplice smartphone o PC.

Mi vengono in mente alcuni servizi che si potranno facilmente gestire online: ricordare al cittadino la scadenza del documento d’identità o dei pagamenti delle tasse comunali, pagare comodamente da casa i servizi scolastici o prendere appuntamenti con gli uffici comunali.

Un altro esempio tra tanti è l’App iO. E’ stata scaricata da milioni di italiani e sta rivoluzionando i rapporti con la Pubblica Amministrazione, rispetta la privacy e funziona molto bene. Una piattaforma a cui stanno aderendo molte Pubbliche Amministrazioni che vogliono dare un’informazione veloce e personalizzata permettendo ai propri cittadini di riceverla con un semplice click sul loro smartphone.

Ogni comune poi può dotarsi di una propria app utilissima per informare i cittadini in tempo reale su tematiche d’interesse personalizzabili dall’utente e su ciò che avviene in città. Il tutto attraverso la ricezione di comode notifiche.

E’ doveroso tener conto che una fetta di popolazione ancora oggi ha difficoltà ad accedere ai servizi digitalizzati in autonomia, per mancanza di strumenti e/o capacità. Non volendo lasciare indietro nessuno, andrà creato uno spazio (con i giusti dispositivi) dove i santhiatesi potranno recarsi ed accedere a tali servizi supportati a dovere.

Elisa Battù
Candidata per la Lista Civica Impegno per Santhià